Il problema è che ciò riguarda la minoranza dei lavoratori, perché la maggioranza non ha rinnovato i contratti, in particolare nel pubblico impiego, dove gli stipendi sono rimasti immutati. Il 52,4% dei lavoratori, infatti, è in attesa dei rinnovi e nel P.I. non solo non ci sono stati incrementi salariali dal 2010, ma sono rimasti bloccati anche i salari individuali.
Purtroppo, le difficoltà per questi lavoratori sono destinate a permanere se non saranno intraprese azioni tendenti da un lato a rinnovare i contratti e dall’altro a ridurre le tasse su salari e pensioni per dare maggiore liquidità.
Senza queste misure, le difficoltà delle famiglie italiane e dell’economia aumenteranno perché sono in calo, rispetto allo scorso anno, sia i redditi delle famiglie, sia il potere di acquisto. Ciò incide sulle spese creando seri problemi alle aziende che vivono di consumi interni.
È necessario, dunque, uscire da questa spirale negativa e aiutare le famiglie, i lavoratori, le imprese e i cittadini, modificando profondamente la politica economica, riformando la fiscalità e aumentando il potere di acquisto, rinnovando i contratti ancora aperti.