Ma quello delle colazioni sarebbe solo un capitolo. Perchè, se gli inquirenti avrebbero trovato scontrini di 50 centesimi rendicontati per ottenere il rimborso, a riservare «sorprese» sarebbero state anche alcune fatture. Fatture «ritoccate» per la verità. In alcuni casi per somme sostanziose, in altri per cifre decisamente risibili. Come una fattura che dal titolare di un esercizio commerciale risultava di 12 euro mentre per la rendicontazione era stata «corretta» ed arrotondata a 14 euro. Due euro di differenza, dunque. Due euro in più a spese della Regione.
Intanto, l’inchiesta va avanti e nei giorni scorsi, i magistrati hanno chiesto agli investigatori ulteriori accertamenti per verificare se tra le fatture e gli scontrini presentati dai consiglieri e quelle rendicontati dai gruppi consiliari vi siano «doppioni». Questo per stabilire se vi siano stati episodi in cui lo stesso scontrino è stato rendicontato due volte.