“Il Censis ci ricorda – aggiunge il segretario Uil – che il sistema imprenditoriale meridionale , già fragile e diradato, se messo a confronto con quello del centro-nord, è stato sottoposto negli ultimi anni a un processo di progressivo smantellamento, costellato da crisi d’impresa molto gravi come quelle dell’Ilva di Taranto e della Fiat di Termini Imerese. Di qui i dati dell’emergenza occupazionale: tra il 2007 e il 2011 i dipendenti nell’industria meridionale si sono ridotti del 15,5% (con una perdita di oltre 147.000 unità) a fronte di una flessione del 5,5% nel Centro-Nord. Oltre 7.600 imprese manifatturiere del Mezzogiorno (su un totale di 137.000 aziende) sono uscite dal mercato tra il 2009 e il 2012, con una flessione del 5,1%. Ma il piano di investimenti della Fiat a Melfi per un miliardo di euro al pari dei programmi di investimenti di Eni e Total (con l’arrivo recente di un partner giapponese) per altri due miliardi di euro sono le opportunità – conclude Vaccaro – da non sprecare, contestualmente ad un piano di sostegno e rilancio della piccola e media impresa, specie artigiana, che è l’ossatura fondamentale del mondo produttivo ed occupazionale lucano”.